Senza la chiave inglese sarebbe difficile svolgere determinati lavori, soprattutto per chi lavora con bulloneria di varie dimensioni. Ma perché si chiama così? E quali sono le sue tipologie? In questo articolo scopriremo il suo background, le caratteristiche e le funzioni di questo utensile versatile e pratico. Seguici in questo viaggio nel mondo delle chiavi inglesi e scopri come scegliere quella più adatta ai tuoi bisogni.

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Chiave inglese, un po’ di storia

La chiave inglese ha una storia antica e affascinante. Fu brevettata intorno al 1835 dallo statunitense Soymon Merrick ma in realtà fu inventata nel Regno Unito nel 1842 da un ingegnere britannico Richard Clyburn. Il prototipo era una versione adattabile che poi venne denominata appunto chiave inglese.

Venne messa in commercio nel 1892 da un’azienda in Svezia, la “Bahco” nel 1892. Vennero poi ideati vari modelli tra cui la nota “monkey wrench”. La chiave inglese si diffuse rapidamente in tutto il mondo grazie alla sua semplicità e utilità. Oggi la chiave inglese è uno degli strumenti più usati in ambito meccanico, idraulico e fai-da-te.

Le tipologie di chiave inglese più comuni

La chiave inglese si presenta in diverse tipologie, a seconda della forma, dell’apertura e della funzione. Possiamo raggrupparle in due macro categorie: a apertura fissa e a apertura variabile. Le prime hanno una misura precisa e si usano per dadi o bulloni di una certa dimensione. Le seconde hanno una parte mobile che si regola in base alla dimensione del dado o del bullone. Esistono poi delle chiavi inglesi speciali, pensate per scopi specifici. Ecco alcuni esempi più rinomati:

Apertura fissa: a forchetta, a stella, a cricchetto, dinamometrica: a apertura fissa.
Apertura variabile: a pappagallo, a nastro, a rullino.
Standard: esagonale, torx.
Speciali: giramaschi, girafiliere, chiave a candela, chiave a bussola.

Quando sostituire la chiave inglese?

La chiave inglese si logora con il tempo e può perdere in termini di efficacia e sicurezza. In alcune circostanze è bene valutare se potrebbe essere opportuno sostituirla con una più nuova e performante. Le chiavi inglesi più obsolete possono infatti presentare dei difetti, come l’usura delle ganasce, la ruggine del metallo, la perdita di precisione nell’apertura o la difficoltà di regolazione.

Per sostituire la chiave inglese nei modelli più vecchi, dobbiamo prediligere una di nuova generazione, che sia compatibile con il tipo e la dimensione del dado o del bullone che vogliamo lavorare. Dobbiamo poi rimuovere la chiave inglese vecchia dal dado o dal bullone, facendo attenzione a non danneggiarli o a non ferirci. Infine, dobbiamo inserire la chiave inglese nuova sul dado o sul bullone, regolando l’apertura in base alla misura e tirando o allentando il dado o il bullone con la chiave inglese nuova.

Chiavi inglesi all’avanguardia: come restare al passo con i tempi

Seppure siano semplici arnesi, anche le chiavi inglesi sono in continua evoluzione e innovazione. Ce ne sono anche con due estremità regolabili, una per i dadi o i bulloni esagonali e una per quelli quadrati. A tal fine non potrai mancare al doppio appuntamento con questi utensili che permettono di lavorare su due tipi di dadi o bulloni diversi allo stesso tempo, risparmiando tempo e spazio.

Conclusioni

Siamo giunti al termine del nostro vademecum sulla chiave inglese, abbiamo scoperto cos’è la chiave inglese e perché viene denominata così. Abbiamo visto le sue origini, le sue tipologie e le sue funzionalità. Abbiamo anche imparato come scegliere, sostituire e usare la chiave inglese in modo corretto. Infine, abbiamo appreso come restare al passo con i tempi che corrono.