Contratto collaboratrice domestica, come bisogna agire per tutelarsi con il contratto? Nell’articolo 1, con colf si indicano gli addetti ai servizi domestici che prestano la loro opera, senza sosta e prevalente, di almeno 4 ore ogni giorno presso il medesimo datore di lavoro, con retribuzione in denaro o in natura.
Ma cosa deve fare una collaboratrice domestica?
La colf, quindi, possono svolgere tantissime mansioni a livello domestico. Hanno il compito, infatti, di lavorare come dei veri e propri cuochi, camerieri, giardinieri ecc… Il lavorare domestico, proprio per il fatto di lavorare dentro una famiglia, nonostante presenti – secondo la legge – una normativa differenziata rispetto a qualunque altro lavoratore -, rappresenta un lavoratore subordinato a tutti gli effetti, con tanto di diritti e doveri stabiliti dalla legge e dai CCNL di riferimento.
I colf, infatti, hanno diritto alle ferie, al TFR, vengono tutelati in caso di malattie, infortunio e maternità. Possono aver diritto anche a trattamenti assistenziali a carico dello Stato (per esempio all’assegno per il nucleo familiare, maternità o disoccupazione), a patto tuttavia che sia stata fatta la comunicazione di assunzione e il tutto risulti essere in regola.
Ma per un colf cosa bisogna fare per tutelarsi?
Ma per un colf cosa bisogna fare per tutelarsi? Semplice, prima di accettare il lavoro bisogna sempre leggere con attenzione il contratto e solo dopo firmare se si è d’accordo su tutto. Caso contrario, quando dovrete andar via o avrete a che fare con qualunque altra cosa non potrete andare contro a quanto pattuito all’inizio del lavoro con il datore di lavoro.
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