Quando fa caldo, ci si chiede quando sia il momento migliore per innaffiare il proprio prato. Di solito, è sempre consigliabile farlo vicino all’alba (una o due ore dopo l’alba), quindi durante la mattina presto. Anche in primavera e in autunno, questo sarebbe l’orario ideale.

Il motivo è rintracciabile nel fatto che l’acqua dell’irrigazione, spazza via la rugiada notturna e pulisce l’erba da possibili malattie fungine potenzialmente presenti nella rugiada stessa.

Irrigazione, una fase importate della cura del prato

Inoltre, quando si innaffia in mattinata presto, l’acqua penetra nel terreno senza evaporare e le foglie hanno il tempo di asciugarsi mentre la giornata diventa più calda. Sono da evitare le annaffiature serali o notturne soprattutto in estate proprio perché l’erba si mantiene umida per più tempo e quindi è più facile che diventi vittima di malattie fungine.

Così come è sconsigliabile irrigare durante le ore più calde proprio perché l’acqua evaporerebbe tutta e quindi si sprecherebbe solo acqua. Inoltre, è da evitare anche l’irrigazione frequente: irrigare spesso è infatti sbagliato proprio perché è sempre meglio far asciugare bene l’erba prima di effettuare un’altra irrigazione (anche con pause di 2-5 giorni).

Oltre al quando irrigare il prato, ci si chiede anche quanto annaffiare un prato: di solito sono sufficienti 30 litri di acqua a settimana ma molto dipende anche dal tipo di terreno, dalle specie vegetali presenti, dalle condizioni climatiche e quindi dalla stagione in cui ci si trova. Ad ogni modo, come regola generale vale quella per cui i terreni sabbiosi vanno irrigati poco.

Un altro consiglio è quello di utilizzare dei concimi specifici per l’erba che migliorino la fotosintesi delle piante. Quindi, anche se non si ha il pollice verde, ci si può prendere cura con consapevolezza del proprio prato, evitando di far soffrire le piante e nel miglior modo possibile, conoscendo quanto e quanto annaffiare.