Impianto elettrico fai da te è veramente possibile se nel settore si ha un po’ di esperienza? In realtà alla fine della realizzazione servirebbe avere il collaudo che lo può fare solamente una ditta. Realizzare autonomamente un impianto elettrico intero residenziale è fattibile anche se il lavoro non è adatto a chiunque: servono, per fare il tutto con la massima sicurezza, nozioni apposite e una professionalità che non va improvvisata cosi di punto in bianco. Poichè in tanti cercano di fare da soli un impianto elettrico, qui sotto ora vi forniremo almeno i dati necessari per poter impostare in maniera corretta il lavoro.

Tabella dei contenuti

Le basi da seguire

Prima di tutto serve avere conoscenze precise di elettrotecnica. Da ricordare ovviamente che le grandezze più importanti con cui si ha a che fare sono la tensione, che nel nostro paese ammonta a 230 V per ogni impianto residenziale, l’intensità, che va misurata in Ampere, e la potenza erogata, che invece si misura in Watt e fa riferimento ad un periodo di tempo – i noti KwH, o chilowattora, che si vedono usati come unità di misura per quanto concerne il calcolo dei consumi energetici sulle proprie bollette.

Il progetto

Anche se state pensando di mettere su un impianto elettrico in totale autonomia, la regola numero uno è sempre la stessa, la legge è più che chiara nel far sapere che la redazione di un progetto ufficiale è in ogni caso tassativa, e richiede la firma di un tecnico o – per impianti tuttavia che normalmente esulano dalle necessità di una casa normale – di un professionista che sia obbligatoriamente iscritto all’Albo. Nonostante questo, il progetto dovrà indicare in chiaro tutte quante le misure e i vari parametri elettrici dell’impianto elettrico, oltre che a dover segnalare il percorso dei cavi e posizione di ogni presa, punto luce e vari interruttori.

Le componenti primarie

Ovviamente è risaputo che la corrente elettrica raggiunge ogni casa – prendiamo come esempio principale appartamenti di un condominio – affidandosi alle condutture di distribuzione, che vanno a convertire nelle cosichiamate cassette di derivazione, dalle quali poi di conseguenza partono i cavi che – posti in corrispondenza del contatore – portano dentro un singolo appartamento l’energia elettrica.

In questo punto servirà obbligatoriamente provvedere all’installazione, oltre che del contatore, di un interruttore generale automatico che consenta, qualora ci sia la reale necessità, di scollegare subito il circuito della casa dell’alimentazione, bloccando istantaneamente l’afflusso di energia. Il sistema di sicurezza dovrà avere anche il classico salvavita e la messa a terra, tassativa da diversi anni.

Tre circuiti ben separati

Uno degli errori più comuni di chi nel settore ha poca esperienza è quello di prendere in considerazione un impianto elettrico domestico con un solo dispositivo. In realtà, tanto per capirci, ogni impianto residenziale è composto da ben tre circuiti separati e distinti fra loro: uno che va ad alimentare i punti luce fissi, uno che porta corrente alle prese elettriche normali – quelle dove si collegano i tradizionali elettrodomestici mobili, come phon, lampade da tavolo, aspirapolvere – e il terzo, il circuito di forza, in grado di alimentare invece solo ed esclusivamente le prese cui vengono collegati gli elettrodomestici che erogano una potenza maggiore, e di solito fissi come i forni, frigoriferi, lavatrici e via dicendo. Nella maggior parte dei casi, le prese in questione vengono installate nel bagno o in cucina.

La realizzazione di ogni circuito

Dando come già messe le varie tubazioni nei muri stando ovviamente alle tracce che vengono stabile dallo stesso progetto, ora si potrà finalmente realizzare i tre circuiti di cui abbiamo parlato poco sopra, tirando i cavi tramite le scatole di derivazione fino far loro arrivare tutti quanti i frutti di comando e di servizio. Ovviamente ne risulteranno dei circuiti ad anello, dove i cavi andranno ad attraversare il proprio appartamento passando dai vari interruttori o prese per poi andare a ricollegarsi al quadro di distribuzione. Analizzando nel dettaglio i cavi per circuiti di illuminazione potranno essere dei classici cavi da 10 A, a sezione quadrata di dimensione pari a 1.5 mm; per quanto riguarda le prese di forza sarà invece meglio affidarsi a cavi da 20 A, sempre a sezione quadrata, 2.5 mm.

La messa a terra

Concludiamo con l’elemento di vitale importanza riguardante la sicurezza di un impianto elettrico moderno: la messa a terra. Tramite questo conduttore di protezione servirà collegare al morsetto di terra presente nel quadro di distribuzione tutti quanti gli apparecchi presenti; agendo in questa maniera, qualora l’isolamento dell’impianto elettrico crei problemi o sia guasto, l’energia andrà a dissiparsi senza creare alcun danno di nessun tipo.

Anche se abbiamo riportato i passaggi principali da seguire per realizzare un impianto elettrico sicuramente vi siete resi conto che il tutto non è semplice e c’è necessità di avere un minimo di conoscenza nel settore.