Siamo abituati a caricare i nostri smartphone più volte al giorno e molte volte dimentichiamo il caricabatterie attaccato alla presa della corrente, ad esempio durante la notte, anche quando ormai il cellulare è carico.

Oppure molte persone lo lasciano volontariamente attaccato alla presa della corrente, pronto per essere utilizzato non appena la tacca della batteria scende anche solo di poco.

Ma perché conviene staccarli?

Perché, seppure in minima quantità, il caricabatterie attaccato alla presa, consuma energia e quindi c’è uno spreco energetico a tutti gli effetti. Infatti in media un caricabatterie collegato ad un telefono completamente carico consuma 2 watt mentre collegato ad un telefono in carica consuma 3 watt.

Se invece si lascia il caricatore inserito nella presa senza alcun telefono in carica, il consumo sarà di circa 0,25 watt.

Quindi, se si suppone di lasciare il caricabatterie collegato per un giorno intero, 7 giorni su 7, per un anno intero, il costo sarà di circa 66 centesimi all’anno (se si suppone il costo di 0,30 centesimi per kW e un consumo di 0,25 watt).

Però, se aggiunto a questo caricabatterie, consideriamo tutti gli altri oggetti ed elettrodomestici lasciati in standby, allora il costo e lo spreco energetici diventano più alti e si inizieranno a sentire in bolletta.

Ad esempio il display di un computer lasciato in standby oppure del televisore.

O, ancora, se in famiglia tutti hanno l’abitudine di lasciare il caricabatterie attaccato alla presa di corrente anche quando lo smartphone è carico, ci rendiamo conto che il discorso è differente.

Per questo, anche se il consumo e lo spreco, in termini relativi, è davvero minimo, cosa ci costa staccare il caricabatterie quando lo smartphone è carico, e riporlo in un cassetto, pronto da essere riutilizzato quando davvero ci serve?

Probabilmente poco, ed è per questo che è un’abitudine che tutti dovremmo avere.